Sushi e pesce crudo haccp

Negli ultimi anni è sempre più diffuso il consumo di pesce crudo. Sushi, sashimi, carpaccio di pesce e marinature sono preparazioni e piatti molto utilizzati sia nei ristoranti che a casa.

Forse non tutti sanno che questa nuova tendenza alimentare può essere un rischio per il consumatore! Il pesce crudo infatti può contenere parassiti che possono essere causa di malattie nell’uomo.

L’Anisakis è il parassita più diffuso nei pesci di acqua salata. È un nematode appartenente alla famiglia degli Anisakidae. Si trova più frequentemente nel pesce azzurro come sardine, aringhe, alici o acciughe, sgombri, ma può essere presente anche in altri pesci, come i San Pietro, i totani o i calamari.

Il consumatore può contrarre la Anisakidosi in seguito all’ingestione di pesci crudi o poco cotti infestati dal parassita.

Sintomi e conseguenze dell’Anisakidosi

Generalmente l’ingestione può causare dolori addominali, nausea, vomito e occasionalmente febbre anche se, in alcuni casi, il parassita può provocare anche casi di reazioni allergiche con shock anafilattici oppure orticaria o angioedema.

I sintomi compaiono entro sei ore dall’ingestione del pesce contaminato, la parassitosi non si trasmette da uomo a uomo ma lo stesso individuo la può contrarre anche più di una volta!

Come evitare il rischio Anisakis?

Per non correre nessun tipo di rischio l’ideale sarebbe evitare di consumare prodotti ittici crudi. Infatti gli esperti consigliano di cuocere sempre il pesce almeno a 70°C per qualche minuto.

Se proprio vogliamo consumare pesce crudo, ricordati di congelare preventivamente il prodotto per almeno 4 giorni a -18°C e di limitare il consumo di prodotti ittici a rischio.

Ricordati che il succo di limone, l’aceto o l’alcol non sono metodi efficaci per evitare la parassitosi.

haccpMa la cosa più importante…

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